Occhi, parole… voce

“…quando alla voce degli occhi si aggiunge la voce delle parole nasce un ponte di consapevolezza e si apre la strada al nuovo”  

   Gli occhi mi hanno sempre incuriosita. La forma, il taglio, la posizione, ma soprattutto mi ha sempre attratto il colore, sì il colore e uno in particolare. Fin da quando ho memoria sono gli occhi neri che mi catturano. Che poi non sono mai neri: sono bruni, così scuri e così intensi che mi sembrano pozzi senza fine, voragini di energia, passaggi verso un altro mondo, un’altra dimensione.
  I primi occhi così che ho incontrato sono stati quelli di Marco, mio cugino. Noi abbiamo passato tanti pomeriggi insieme da bambini, abbiamo inventato giochi, costruito tante case Lego® e guardato insieme i cartoni degli anni ’80 da quelli strappacuore ai robot giapponesi… poi ci siamo un po’ persi io nell’adolescenza e lui con gli amici della sua età. Certo a Natale, per i compleanni, insomma per le solite feste comandate, ci vedevamo e ritrovavo quei suoi occhi così speciali per me, ma non le parole. Quelle non sono mai più state tante come in quei pomeriggi insieme, ed è proprio da quando abbiamo perso le parole che io lo sento nei suoi occhi, dai suoi occhi. Lucciano, brillano, scintillano e lo fanno in modo diverso per ogni discorso, per ogni emozione, per ogni cosa che vogliamo dirci. Non ci serve la voce, non ci servono più le parole: ci bastano gli occhi e tutto fluisce.

  È proprio ascoltando gli occhi di Marco che credo di aver imparato a vedere le emozioni di chi ho di fronte. E quando dico vedere intendo cogliere, accogliere, lasciarmi toccare da ciò che sta succedendo. Un’emozione è un regalo grande. Qualunque emozione sia è sana, racconta e insegna qualcosa a chi la prova e a chi la “vede”. Ed è così che quando alla voce degli occhi si aggiunge la voce delle parole nasce un ponte di consapevolezza e si apre la strada al nuovo.

Quando comprendo i tuoi occhi ascolto la tua voce vera.
(Alejandro Lanús)

Nota: racconto di Federica Dalla Piazza, redatto e pubblicato con l’autorizzazione del protagonista

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